Ortlieb, E-Commerce tedesco di prodotti per ciclisti, ha fatto causa ad Amazon per vietare al colosso del commercio online di non comparire nei risultati di ricerca Google sulle ricerche del proprio Brand; questo perché Amazon, vendendo prodotti anche di altre marchi, farebbe pubblicità indebita ai competitor utilizzando Google.

Ortlieb pretende che, quando un utente cerca un prodotto Ortlieb tramite Google, digitando “Ortlieb” nel campo di ricerca, appaia solo il sito dell’azienda tedesca.

La Cassazione ha dato ragione ad Ortlieb e ha aperto una situazione che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’E-Commerce e i motori di ricerca.

Amazon, chiaramente, ha lo stesso comportamento su altri Brand, non solo sulla kw “Ortlieb”. Anche altri siti propongono più brand nelle ricerche di uno specifico marchio con l’obiettivo di generare maggiori vendite. Altre aziende quindi potrebbero fare causa per tutelare i propri marchi.

Questo però può diventare problematico nel momento in cui si tratta di un brand cosiddetto “volgarizzato”. Quando un utente cerca “Nutella” vuole proprio la Nutella oppure una crema alle nocciole spalmabile? Oppure quando un utente cerca “Rimmel” vuole specificatamente il Rimmel oppure un Mascara qualsiasi? Questi esempi possono essere moltissimi.

In più grazie alla diffusione dell’intelligenza artificiale sono sempre di più i sistemi che ti suggeriscono prodotti affini e magari più convenienti. Poi starebbe all’utente vedere quanto è legato al brand e ignorare i suggerimenti.

Lo scenario della ricerca prodotti online è ancora in piena evoluzione.

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